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Adesioni

DAL SITO DI MEDITERRANEA

Mediterranea è una piattaforma aperta: arrivano quotidianamente numerose adesioni e messaggi di sostegno. Continuate a scriverci su partecipa@mediterranearescue.org o a taggare i nostri social ufficiali (articolo in continuo aggiornamento).

Greenpeace Italia

“Greenpeace sostiene la nave “Mare Ionio” e tutti coloro, dalle ONG alla Guardia Costiera, che si impegnano a salvare vite umane in mare nel rispetto degli obblighi imposti dal Diritto Internazionale e dall’umana coscienza. “La nostra è un’associazione nata sul mare. E la prima regola di un uomo di mare è che non si lascia nessuno in mare. Abbandonare un naufrago è un’azione infame: ci perdi il rispetto, il sonno, l’anima. Non si fa, e basta. Più volte abbiamo ribadito che criminalizzare chi salva vite in mare è una barbarie, e a questa barbarie non vogliamo arrenderci” commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. Greenpeace ritiene che gli attuali flussi migratori siano già da inquadrare nel più ampio contesto della “Giustizia climatica”. Sebbene sia difficile considerare i cambiamenti climatici come la sola causa di questi flussi migratori, è ormai accertato che gli impatti del cambiamento climatico sono una delle cause che spingono ogni anno milioni di uomini, donne e bambini ad abbandonare le proprie case, terre, comunità. Ad esempio, Greenpeace ricorda come l’ultimo rapporto congiunto di FAO, WFP, UNICEF, OMS e IFAD (The State of Food Security and Nutrition in the World – SOFI 2018) è molto netto nel ricordare che il cambiamento climatico sta distruggendo i successi ottenuti nel ridurre la fame sul Pianeta, dichiarando che “l’esposizione a eventi climatici estremi, intensi e complessi rischia di erodere e ribaltare quanto è stato fatto finora per porre termine alla fame e alla malnutrizione”. L’Europa e l’Italia hanno, come tutti i Paesi sviluppati, una responsabilità innegabile riguardo al degrado ambientale in generale e ai cambiamenti climatici in particolare e devono coerentemente intervenire per rimuovere le cause di queste migrazioni forzate e, al tempo stesso, soccorrere e accogliere coloro che fuggono da disastri di cui siamo corresponsabili.”

http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/comunicati/Migranti-Greenpeace-sostiene-la-missione-della-nave-Mare-Ionio-nel-Mediterraneo/

Comitato Addiopizzo

“Parafrasando la nostra frase identitaria, Addiopizzo rilancia una ormai maturata consapevolezza: è nella tutela dei diritti essenziali di ogni uomo e ogni donna che si consolida la capacità di un popolo di essere giusto, inclusivo, solidale, vitale e costruttivo. Vogliamo essere una comunità capace di rispettare la legge e la propria Costituzione perché essa garantisce, nelle sue forme, nelle sue espressioni fondamentali, una società che non discrimina, non segrega, non esclude, non minaccia, non rende diseguali ed estranei gli uni dagli altri. Siamo fermamente convinti infatti che l’esclusione dell’altro crea, inevitabilmente, sfruttamento, ingiustizia, sviluppo della criminalità e assenza di sicurezza per tutti. In questi giorni ha preso il largo una nave. Una comunità di cui vogliamo fare parte gli si è costruita intorno, già molto tempo prima che salpasse. Metodo e sostanza ci fanno sentire vicini alla piattaforma “Mediterranea” e al progetto attorno alla nave Mare Ionio. Metodo e sostanza ci portano al largo con lei e quello che rappresenta. In fondo anche noi abbiamo iniziato così: con un gesto. Un’azione che permettesse a ciascuno di noi di mostrare a se stesso e agli altri da che parte stare. Mediterranea è aperta a tutti e tutte, a mondi differenti, laici e religiosi, sociali e culturali, sindacali e politici, che sentono, come noi, l’esigenza di difendere il diritto e i diritti, la nostra Costituzione. Chiunque può aderire e sostenerla. Mediterranea siamo anche noi.”

http://www.addiopizzo.org/index.php/mediterranea-siamo-anche-noi/

Associazione l’Altro Diritto

“l’Altro diritto supporta l’azione di Mediterranea, salpata dal porto di Augusta con l’obiettivo di monitorare e testimoniare la drammatica situazione che vede donne, uomini e bambini affrontare enormi pericoli in assenza di soccorsi e nella complice indifferenza dei governi italiano ed europei.”

https://www.facebook.com/113993885287327/posts/2062750797078283/

Associazione Laboratorio Zen Insieme

“Crediamo che in Italia si portino avanti da anni politiche che servono solo a mettere in competizione le persone e i diritti, utili ad alimentare i conflitti tra chi vive ai margini e non solo. Tra chi è nato in Italia e chi, invece, ci è arrivato dopo, tra chi non può permettersi una casa e chi abita in un campo rom. L’Associazione Laboratorio Zen Insieme, dal piccolo della realtà del nostro quartiere, combatte da sempre la narrazione che vuole convincerci che i diritti siano a compartimenti stagni o che, addirittura, siano in concorrenza, come se la tutela dei diritti di alcuni escluda la tutela dei diritti di altri, trovando la sua espressione più feroce nel «prima gli italiani». E la combatte affermando con chiarezza che ogni persona e ogni disagio possono trovare spazio dentro le risposte della politica, una politica che sappia affrontare i nodi della disuguaglianza e dell’esclusione sociale. Per questo non possiamo che sostenere con forza l’esperienza di Mediterranea Saving Humans, la prima nave di soccorso battente bandiera italiana, che solcherà i nostri mari per salvare chi condivide con ancora troppe persone, anche nelle periferie del nostro Paese, un destino di emarginazione ed esclusione.”

https://www.facebook.com/323172161101062/posts/1890606057690990/

DinamoPress

“Conquistare il mare, quando la terra non è più un posto sicuro.

«Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge», questa l’intercettazione per la quale è stato incriminato Mimmo Lucano, sindaco di Riace modello di accoglienza per l’Italia e per l’Europa. Queste parole risuonano forti nell’Italia in cui ogni giorno viene disatteso il principio fondamentale che “la legge è uguale per tutti”. Ieri è partita la nave Mediterranea, un’operazione di monitoraggio e denuncia per testimoniare quello che accade nel Mediterraneo centrale. La nave, e la sua imbarcazione di appoggio, sono il centro di un progetto promosso da una rete di associazioni, ONG, forze politiche e sociali. Una piattaforma a più voci, una flotta, che si è data un obiettivo concreto: denunciare le morti e, eventualmente, salvare vite umane, rivendicando il diritto a intervenire quando gli Stati e le istituzioni internazionali non tutelano più la vita. In questo senso, Mediterranea è un atto di coraggio che per la sua potente spinta affermativa, e per la sua semplice giustezza, non può che essere sostenuto, rilanciato, ma soprattutto trasformato in movimento collettivo. Dopo quanto accaduto in agosto con la nave Diciotti, non si può continuare a discutere se le operazioni di salvataggio in mare siano lecite o meno. Ancora: non è più sufficiente contare i morti nel Mediterraneo che, solo quest’anno, sono stati 1300, aumentati vertiginosamente dopo la proclamazione della “zona Sar libica”. Non ci vuole un matematico, benché meno un economista, per comprendere che la tanto sbandierata “riduzione degli sbarchi” di Salvini ha un costo umano brutale. Nell’epoca infelice che ci tocca in sorte, la solidarietà è gesto di lotta necessario, non un’opzione tra le altre. L’indignazione, l’antirazzismo implicano pratiche di resistenza tangibili. Le parole, pure importanti, non bastano più – ammesso che siano mai bastate. Solidarietà vuol dire lotta per la vita contro la morte: quella in mare, ma anche quella di terra, che l’autoritarismo neoliberale impone sempre di più alle “vite di scarto”. Fino a oggi, sullo sfondo dell’affermazione del governo giallo-verde, dell’avanzata di esperimenti di regime, di privazione di libertà, di normalizzazione della paura del prossimo, dell’eliminazione del dissenso, e allo stesso tempo in continuità con la costruzione, apparentemente inevitabile, di nuove povertà meticce, il mare è stato al centro della scena. Utilizzato come terreno di propaganda elettorale, spazio di costruzione del nemico, corollario di un senso comune razzista; nella cornice di una ragione umanitaria che ha tracciato una linea netta tra salvatori e salvati. Il mare ha prodotto dibattito politico con le sue le immagini di morte, amplificate dallo sfacciato opportunismo mediatico. L’attuale Ministro dell’Interno, poi, ha determinato accelerazioni mai viste prima: la chiusura dei porti, la complicità con la guardia costiera libica, le palesi violazioni del diritto internazionale e delle più antiche leggi del mare, la costruzione “bestiale” del discorso razzista e xenofobo. In questo contesto, l’operazione Mediterranea si interroga, mentre prende il largo, su come ribaltare la prospettiva. Crediamo, infatti, che, solo una volta riaffermata concretamente la giustezza del salvataggio, ci si possa interrogare, e cercare delle risposte, sui paesi di provenienza di chi sta per annegare, sulla Libia, sugli interessi economici italiani ed europei in Africa, su cos’è diventato il diritto d’asilo, cosa muove il sistema dell’accoglienza, chi lo gestisce, chi ci guadagna e anche chi ci perde. Soprattutto, è fondamentale interrogarsi su che cosa significhi, oggi, essere dalla parte del cambiamento, nell’epoca del governo del “cambiamento”. In questo senso, Mediterranea prova a cambiare le carte in tavola: non solo una ONG, non solo un movimento di protesta, non solo degli equipaggi coraggiosi, non solo le forze politiche, non solo il tentativo di qualificare una narrazione differente di ciò che accade in mare… Tutto questo insieme. Questa operazione, “arrembaggio” determinato a rendere visibile un’alternativa concreta alle forze reazionarie e conservatrici che si contendono lo scettro sulla pelle di milioni di persone, bianche o nere, è una tra le risposte necessarie. E chiede di prendere posizione, nelle piazze e nelle nostre vite quotidiane. Mediterranea urla affinché nessuno resti solo, in mare come in terra. Mediterranea prova a indicare una rotta utile per la costruzione di un orizzonte comune. Mediterranea è in mare: ciò di cui ha bisogno è risuonare sulla terra.”

https://www.dinamopress.it/news/mediterranea-savinghumans/

https://www.dinamopress.it/news/mediterranea-salpata-la-legge-produce-morte-disobbedire-un-dovere/

Coalizione Civica Bologna

“MEDITERRANEA HA PRESO IL LARGO.

Per fermare la strage in mare, senza paura.

Il 3 ottobre 2013 un tragico naufragio a largo di Lampedusa costò la vita a 368 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa. Da allora più di 17.900 uomini, donne e bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo. Ogni tentativo di fermare questa strage è sempre più ostacolato dalle politiche dei governi che si succedono, con la vergognosa criminalizzazione delle organizzazioni umanitarie, i divieti di sbarco, gli arresti dei marittimi che, rispettando la legge del mare, salvano vite umane, la restrizione di ogni canale o corridoio di migrazione legale, l’incriminazione di chi, come Mimmo Lucano, costruisce accoglienza. E, inevitabilmente, i morti aumentano, così come l’intollerabile condizione di clandestinità che rende i migranti ostaggio delle mafie. Insieme alle vite perse di migliaia di persone, l’Europa sta perdendo anima e umanità. In questa situazione, all’indomani della tragica ricorrenza del 3 ottobre, ha preso il largo “Mediterranea“, una nave, salpata ieri notte dal porto di Augusta, battente bandiera italiana, attrezzata per svolgere azione di monitoraggio, denuncia, testimonianza e di eventuale soccorso in mare. Mediterranea è una piattaforma della società civile che coinvolge realtà come Arci nazionale, YaBasta Bologna, Sea-Watch e che lavorerà anche a terra, attraverso la costruzione di una rete territoriale di supporto cui tutte e tutti possono aderire. Quella di Mediterranea è un’azione di disobbedienza morale ma di obbedienza civile: disobbedisce al discorso pubblico nazionalista e xenofobo; obbedisce, invece, alle norme costituzionali, al diritto internazionale e, soprattutto, all’antica legge del mare. Anche per questo, siamo fieri che Bologna sia attivamente coinvolta in questa iniziativa. Invitiamo tutte e tutti voi a seguire e sostenere il viaggio della “Mediterranea” con ogni iniziativa che possa facilitare la missione. Buon vento!”

http://www.coalizionecivica.it/buon-vento-mediterranea/

Coordinamento Sinistra Comune

“Salvare le vite nel Mediterraneo e denunciare lo sfruttamento di uomini e donne che rischiano quotidianamente la vita per giungere in Europa è un dovere morale e civile. Per questa ragione Sinistra Comune condivide l’azione di Mediterranea e ribadisce il sostegno all’iniziativa, che ha trovato convergenza nell’associazionismo palermitano e che vede fra i promotori molti militanti della nostra esperienza politica di Sinistra Comune. Riteniamo sia importante rispondere con una vera azione militante alla cultura della paura, alimentata dal Governo attuale, che riduce le migrazioni a problema di sicurezza e di ordine pubblico. Per questo Mediterranea merita il sostegno di chi crede e lavora per una società migliore.”

Centro Italiano Aiuti all’Infanzia (CIAI)

“Esprimiamo l’adesione di CIAI, gli obiettivi di Mediterranea. Pensiamo che la difesa dei diritti di tutte le persone, soprattutto le più vulnerabili, sia un impegno da testimoniare ogni giorno e in ogni luogo, oggi più che mai.”

Communia

Vento in poppa per Mediterranea Saving Humans, nave italiana salpata ieri dalla Sicilia per monitorare la strage che si verifica ogni giorno nel Mediterraneo nel silenzio più totale, dopo che le varie ONG sono state allontanate. Non si può restare con le mani in mano, è tempo di agire, è tempo di ribellarsi e mettersi in gioco!

https://www.facebook.com/communia.roma/

Defence for Children International – Italia

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