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8 marzo 2018 - Difendere Afrin è difendere la rivoluzione delle donne.


L’8 marzo lo sciopero globale delle donne torna a invadere le piazze di tutto il mondo per ribadire il rifiuto della violenza maschile e di genere in tutte le sue forme. Nell’ultimo anno centinaia di migliaia di donne hanno detto #metoo e raccontato la violenza che hanno vissuto per le strade, nelle case, sui luoghi di lavoro.

Anche dal Kurdistan ci arriva un messaggio di solidarietà e lotta, difendere Afrin è difendere la rivoluzione delle donne. Senza se e senza ma.

Noi, donne del Kurdistan, come ogni anno accogliamo con molto fervore questo 8 marzo, giorno di lotta e di resistenza. Il nostro obiettivo perpetuo è di vivere ogni giorno con lo spirito dell’8 marzo e la forza delle donne organizzate. Come donne del popolo curdo, che è uno dei più antichi popoli del medio Oriente, che ha pagato un prezzo pesante per la democrazia, accogliamo questo 8 marzo 2018 con molta determinazione per la libertà.

Prendiamo come base la libertà delle donne del Medio Oriente e del Kurdistan, la libertà dei popoli oppressi, la lotta per la democrazia poi l’uguaglianza creando l’auto organizzazione delle donne e costruendo – grazie a quelle che hanno vi sacrificato le loro vite – il Confederalismo Democratico.

Come Curde, Turche, Arabe, Assire, Turcomanne, Armene, Cecene, Persiane e donne di tutte le credenze del mondo, da Sakine Cansiz a Rosa Luksembourg, Arin Mirkan, Zilan, Awesta Xabur, Delal Amed e Barin Kobane è desiderando di essere degne delle donne martiri della libertà che assumeremo le nostre responsabilità storiche.

Dalle montagne del Kurdistan fino ad Afrin, dove ha luogo la resistenza del secolo, lottiamo e lotteremo contro il sistema patriarcale, il capitalismo, il feudalesimo, così come contro ogni forma di oppressione che venga dalla repubblica Turca o da Al Nosra, che usano la religione per effettuare degli attacchi genocidi.

Attualmente, il cantone di Afrin, che fa parte della Federazione del Nord della Siria, testimonia questo eroismo. I bambini, gli anziani, i giovani, i curdi, i turcomanni, i ceceni, gli armeni lottano contro l’invasione dello Stato fascista turco.

La regione di Afrin, la sua provincia, i suoi villaggi sono stati creati con il pensiero, la cultura, lo sforzo, la morale femminile. Come a Sengal, Kobane, Palmira e Mossoul, ad Afrin le radici femminili si trovano nella storia della sua civiltà. Come a Kobane, dove hanno desiderato distruggere non solo i curdi ma anche la cultura e la storia della donna, ad Afrin esse affrontano un genocidio.

Il sistema confederale democratico che si realizza laggiù, è il sistema libertario e democratico delle donne così come dei popoli oppressi. Questo sistema è l’utopia delle donne che hanno creato l’8 marzo. È allora per paura di questo sistema che lo Stato turco, che agisce con lo Stato Islamico, prosegue i suoi attacchi.

Attualmente, c’è un aumento terribile di sfruttamento del lavoro, del massacro delle donne, dei bambini, della società e della natura nel mondo. Milioni di donne, di uomini e di bambini che sono fuggiti dalla guerra nei loro paesi diventano rifugiati e perdono la vita sulle strade. Sono gli interessi economici e politici degli Stati che provocano questi eventi inumani. Noi, le donne, dobbiamo mostrare queste pratiche e annientarle.

Ogni donna, ogni bambino, ogni essere umano deve vivere nel proprio paese, sulle proprie terre, libero e in modo paritario.

In questo 8 marzo, alziamo le nostre voci contro le politiche che nutrono le guerre, massacrano i popoli e li spostano. Utilizziamo la nostra forza democratica affinché le nazioni come la Germania cessino di sostenere lo Stato fascista turco e il suo presidente Erdogan ad Afrin. Uniamo le nostre voci e le nostre forze a quelle che resistono ad Afrin.

Come donne del mondo, dobbiamo sostenere Afrin; è così che potremo dare un senso a questo 8 marzo. La libertà della donna non è un sogno, è una realtà. La libertà della donna non è più una domanda, è un sistema sociale che è stato creato. Con questo 8 marzo 2018, il nostro obiettivo deve essere di allargare la lotta, la solidarietà delle donne, dal Medio Oriente all’Europa, dall’America Latina all’Asia fino all’Africa, come anche quello di rinforzare questo sistema ovunque nel mondo.

Viva l’8 marzo!

Viva la resistenza delle donne ad Afrin e nel Rojava! Viva la lotta delle donne del mondo!

TJKE (Tevgea Jinen Kurdistan li Europa)

Programma dello sciopero a Bologna:

Piazza Maggiore ➡️ dalle 9 alle 13: iniziative per lo sciopero globale delle donne contro la violenza maschile e di genere ➡️ dalle 18 per il concentramento del corteo che arriverà fino in Piazza dell'Unità **** il programma è work in progress, resta conness@ su Non Una Di Meno Bologna

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