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La nostra dignità contro le vostre frontiere


Da mesi uomini e donne, bambini e anziani, cercano di raggiungere l'Europa per trovare un futuro lontano da guerre e fame. In Italia come altrove, lungo le frontiere e nelle città, i cittadini si organizzano per sostenere i migranti e per esprimere la propria solidarietà verso chi affronta viaggi sempre più pericolosi (e costosi). Con la loro politica di esclusione, i Governi dei paesi europei ci stanno invece portando a una pericolosa deriva, quella dell'indifferenza, dell'egoismo, della disumanità. Non solo ci vogliono indifferenti ai minori dispersi, alle donne oggetto di violenze indicibili, ai morti nell'Egeo e nel Mediterraneo, ma ci pretendono loro complici nelle politiche che bloccano e colpevolizzano chi rifiuta un destino di miseria per sé e per i propri figli. Svezia e Olanda hanno annunciato deportazioni di massa per i migranti a cui è rifiutato l'asilo, dimenticando che questa pratica è stata introdotta nel periodo più buio della storia europea; allo stesso tempo i primi ministri chiedono a dittatori e carnefici di occuparsi delle vittime di guerre e persecuzioni. Non è questa l'Europa che vogliamo! Attorno alle politiche di accoglienza e immigrazione si gioca dunque una partita più grande, che riguarda il futuro dell'Europa in cui viviamo. Il governo danese, ad esempio, da poco ha varato una legge per sottrarre ai richiedenti asilo i loro pochi averi, prospettando la medesima soluzione per tutti i cittadini con reddito basso. Allo stesso tempo, sempre più Stati decidono di sospendere Schengen anche per i cittadini dell'Unione, mentre ovunque i servizi di welfare vengono cancellati, vincolati al reddito, legati alla posizione di lavoro. Un lavoro che per la maggioranza è sottopagato, precario, sfruttato, in cui tutti noi conosciamo il costante ricatto del licenziamento, della messa in mobilità, della disoccupazione permanente, nella paura di essere condannati alla marginalità. Proliferano ostacoli ai nostri diritti, nuove frontiere amministrative per confinare nell'illegalità, attraverso procedure vessatorie come quella di collegare il permesso di soggiorno ai contratti della casa, chi vive in condizioni di fragilità e si trova a fare i conti con la precarietà abitativa. Non è questa la nostra Europa! Pochi mesi fa abbiamo dato vita ad Accoglienza Degna, un progetto collettivo e autogestito per contrastare insieme gli effetti di queste politiche violente e crudeli. Oggi crediamo sia il momento di far sentire la voce di tutti coloro che come noi rifiutano i muri e i fili spinati, di chi come noi non è rassegnato ad un futuro di razzismo, sfruttamento, precarietà, ingiustizia e disuguaglianza. In questo presente sfruttato dagli speculatori della paura e dell'odio, dalle forze politiche che incitano alla guerra tra poveri, dobbiamo far sentire la voce di chi come noi costruisce ogni giorno un pezzetto di una società più giusta, più includente, più umana, più democratica. Per questo martedì primo marzo abbiamo voluto lanciato un messaggio di solidarietà posizionando davanti alla stazione di Bologna la porta dell'acoglienza per far sapere a tutti che ci sono tante persogne degne che accolgono e non respingono.

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